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2007 - Fuochi d'artificio da Capodimonte
SALUTARE IL NUOVO ANNO DALL'OSSERVATORIO DI CAPODIMONTE(CAPODANNO 2007)Erano anni, diciamo oltre 32, che all'approssimarsi dell'ultimo dell'anno con il contorno di fuochi d'artificio che illuminano il cielo e riempiono gli occhi e le orecchie dei napoletani mi immaginavo cosa fosse passare quei minuti dal posto che più amo dopo casa mia: l'Osservatorio Astronomico di Capodimonte. Certo, gioca in questo mio trasporto una considerazione del tutto autobiografica: per anni, dai miei primi anni di vita sino alla maggiore età, ho trascorso l'ultimo dell'anno dai miei nonni materni, che abitavano in un appartamento in una villa in linea d'aria distante meno di un chilometro dall'Osservatorio. Gioca anche il fatto che io sia nato proprio lì 50 anni orsono e che l'OAC sia stato un "oggetto" del panorama a me familiare, con la Torre di Palagiano che faceva tutt'uno con le cupole. Dall'ampio terrazzo dell'appartamento dei nonni ho visto molti "capodanno" e, soprattutto, molti fuochi d'artificio. Ma vuoi per l'intrinseco fascino che ha sempre suscitato su di me l'Osservatorio, vuoi per la posizione più arretrata di tale terrazzo, ho sempre sognato di passare i momenti dell'ultimo dell'anno, almeno per una volta, in Osservatorio. I nonni, ahimè, non ci sono più e già dal 1980 non mi era stato più possibile seguire il rito dei "fuochi" a Capodimonte, in quanto la villa è stata una delle poche strutture edilizie di Napoli fortemente danneggiata dal terremoto del 1980: posso anzi dire che la perdita dell'abitazione dei miei nonni - si sono salvati solo pochi mobili che tengo ancora come prezioso dono a casa mia - è stato l'inizio della loro fine. Nel frattempo, dal 1976 avevo ottenuto per l'UAN una sede presso l'OAC ma, ancora una volta, l'organizzazione delle feste familiari nel periodo di Natale-ultimo dell'anno mi ha sempre reso più che difficile coronare il sogno di immergermi nelle luci della festa napoletana dal terrazzo dell'Osservatorio. Quest'anno, per una serie di eventi meno male non tragici ma legati banalmente ad una catena di indisposizioni, proprio nelle ore antecedenti l'ultimo dell'anno è saltata la festa che, non senza dispendio di energie, mia moglie ed io solo - ma solo in piccola parte... - avevamo organizzato per alcuni amici. Mi sono ritrovato così alle 23 con mia moglie, mia suocera ed una coppia di colleghi dell'Università. Sono stato sopraffatto dal desiderio di tornare a Capodimonte, sul luogo delle mie feste di bambino e, ancor più, coronare il mio piccolo-grande sogno di trascorrere l'ultimo dell'anno in Osservatorio. Complice una suocera 82enne ma accondiscendente (e curiosa...) ed una moglie anch'essa curiosa di vedere cosa si sarebbe visto, prendo la macchina e, zigzagando tra i primi fuochi lanciati dai balconi, mi lancio alla volta dell'OAC, dove entro giusto in tempo per mettere sul terrazzo dell'edificio monumentale la fotocamera sul cavalletto, assieme all'amico che aveva con sé una fotocamera digitale, per cominciare a scattare foto di Napoli avvolta dai fuochi d'artificio. Lascio moglie e suocera nel parcheggio davanti l'auditorium, troppo rischioso far salire alla suocera i gradini che portano al terrazzo! Il rumore dei botti diviene impressionante, pensavo che non fosse così forte ed invece l'assenza di palazzi ed altri impedimenti fisici fanno giungere le onde sonore direttamente nel mio corpo. Le luci dei fuochi si avvigghiano in un ideale arcobaleno; solo la presenza della nebbia - strana, per una città come Napoli! - attenua un pò le luci, gli scoppi di colore, i giochi pirotecnici. E' stupendo seguire tutto ciò dall'alto, anche se i puristi del gioco potrebbero sostenere che l'effetto complessivo è meno travolgente di quanto ci si è "immersi dentro" ai fuochi. Almeno, però, è molto più sicuro in Osservatorio! Vedo i fuochi dal Vomero, dalla Sanità, dalla zona di Piazza Mercato, sino ai paesi vesuviani ed alla costiera. Si accendono i razzi ed i fuochi dall'Hotel "Villa di Capodimonte", dalla stessa Torre di Palagiano, la Via Moiariello diviene un polmone ansimante che tossisce ruggiti colorati, poi iniziano a vedersi i fuochi d'artificio nei dintorni dell'Osservatorio in direzione Sud, verso la scala della Riccia. Stupendi sono i fuochi visti in direzioni degli alberi, resi scarni dalla caduta delle foglie, con effetti d'ombra davvero impressionanti. Poco alla volta, mentre ormai sono passati più di 30 minuti del nuovo anno, il fumo dei fuochi aggredisce anche la collina di Capodimonte, lambisce la Riccia ma l'Osservatorio ed il suo tetto, dal quale io ed il mio amico continuiamo a scattare foto, si erge come un'Acropoli sulla festa fumigante. D'un tratto, mi ricordo di avere una moglie ed una suocera al parcheggio ed allora, richiuso il terrazzo, le raggiungo con il mio amico e la moglie ed apriamo così una bottiglia di spumante, il cui tappo si perde tra la verzura dopo un volo a parabola da manuale. Non so se avrò più l'occasione di trascorrere l'ultimo dell'anno in Osservatorio. Lascio a tutti, come un blog nelle pagine web dell'UAN, queste poche righe e le fotografie scattate da me e da Giovanni Iazzetti, ricercatore di Scienze dell'Università di Napoli. Il mio sogno è coronato, direte voi. Spero sempre di fare un altro giro, che ci sia un'altra possibilità. Luci agli uomini di buona volontà....Edgardo Filippone