Foligno, 29 ottobre 1808 – Foligno, 28 novembre 1873

Esclusa dall’università perché donna, all’età di 18 anni si trasferì a Roma dallo zio paterno Feliciano Scarpellini, docente di fisica alla Sapienza, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma.
Ricevette una eccellente formazione e divenne assistente dello zio che le permise di affiancarlo nella conduzione dell’osservatorio. A Roma sposò Erasmo Fabbri, allievo di Feliciano conosciuto ai tempi universitari anch’egli impiegato nell’osservatorio.
Alla morte dello zio, a causa dell’esclusione delle donne dai pubblici impieghi, Caterina non riuscì a proseguire nelle sue mansioni se non all’ombra del marito che aggiunse al proprio cognome quello della moglie.

Grazie alla sua profonda conoscenza del Sistema Solare e delle costellazioni fondò, insieme al marito, la rivista “La corrispondenza scientifica di Roma” che riceveva le comunicazioni di vari scienziati italiani ed esteri. Fu costretta a dedicarsi all’attività editoriale nel periodico diretto dal marito finché, nel 1856, decise di fondare una sua rivista scientifica, creata e condotta a proprie spese: “Bollettino delle osservazioni ozonometriche-meteorologiche”. Pubblicò i registri dei dati meteorologici raccolti nell’Osservatorio capitolino, in un laboratorio a lei successivamente intitolato. Pur non avendo alcun ruolo ufficiale né un salario, continuò a lavorare a fianco del marito con gli stessi compiti di lui e le sue stesse attività. Il matrimonio le garantiva l’accesso agli strumenti indispensabili per proseguire nella sua ricerca, altrimenti difficilmente accessibili; la metteva, inoltre, anche al riparo da quegli attacchi alla reputazione che minacciavano le poche donne che si avventuravano nel dominio dell’erudizione scientifica.
Fra il 1854 ed il 1856 ci fu una contrapposizione tra l’allora direttore dell’osservatorio, Ignazio Calandrelli e la coppia di scienziati: questi fece censurare un articolo della Scarpellini redatto a sua insaputa da colei che non avrebbe avuto alcun titolo, in quanto donna, all’utilizzo di strumentazione scientifica. Fu allontanata dalla sfera pubblica, tuttavia grazie alle sue attività ed a una costante diffusione dei suoi lavori, riuscì a far breccia nella comunità scientifica ampliando la sua rete di contatti.
Documentò le osservazioni della grande cometa dell’aprile 1854, oggi nota come C/1854 F1 e quella del giugno 1861, osservò l’eclisse solare del 1860, i passaggi di sciami di meteore Perseidi e Leonidi tra il 1861 e 1868. Si occupò del rilevamento di fenomeni meteorologici e astronomici. Studiò l’influsso lunare sui terremoti, fornì osservazioni idrometriche sul fiume Tevere. Grazie alla sua strumentazione ipotizzò una relazione inversamente proporzionale tra la concentrazione di ozono nell’aria e la diffusione del vaiolo a Roma durante l’epidemia del 1867.

Diventò socia di diverse Accademie e Società italiane ed europee: fu accolta nell’Accademia dei Georgofili di Firenze, nell’Accademia dei Quiriti a Roma, e in quella di storia naturale a Dresda. Lo zar di Russia la nominò membro onorario della prima società di Mosca, di contro, non fu mai accolta nell’Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei alla cui rinascita aveva contribuito lo zio Feliciano.

Morì a Foligno il 28 novembre del 1873. Il Municipio di Roma e quello di Foligno vollero onorarla e in sua memoria venne eretto un monumento nel cimitero del Verano.
Oggi uno dei crateri di Venere porta il suo nome.
Il 17 aprile del 2016 le è stata intitolata una via a pochi metri dal laboratorio di scienze sperimentali nel cuore della città che le ha dato i natali.
BIBLIOGRAFIA
Wikipedia
Dizionario Biografico degli Italiani. Federica Favino
Caterina Scarpellini, profilo biografico, DBI.
Il Foglietto; Caterina Scarpellini un’astronoma all’ombra di San Pietro. ITE Scarpellini, edu.it 2023
Scienza a due voci. Le donne nella scienza italiana dal 700 al 900.Università di Bologna
SIUSA. sistema informativo unificato per le sovraintendenze archivistiche.