Venerdì 15 settembre 2017 sarà una data da ricordare. In questa data, infatti, l’UAN ha raggiunto un altro ambito e notevole traguardo: essere riuscita ad installare una stazione astronomica completamente remotizzata, ospitata nell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte.
L’idea di poter eseguire osservazioni in remoto, cioè senza la presenza fisica di un operatore, è nata dal nostro Presidente Andrea Tomacelli e dai due Segretari alle Attività Sperimentali, David D’Ambrosio e Antonio Marino, al fine di usare la strumentazione senza dover stare fisicamente in Osservatorio, superando così i problemi di raggiungibilità dell’Osservatorio stesso e di durata delle osservazioni, che per motivi ben comprensibili, in genere non vanno oltre la mezzanotte-l’una, mentre per Napoli le condizioni meteo migliori si hanno più tardi durante la notte, specialmente in Autunno-Inverno. Il progetto e l’esecuzione ha visto il coinvolgimento dei Soci Antonio Porcelli e Giampaolo Ausanio e di Armando Tomacelli. In meno di un anno, dall’idea si è passati alla realizzazione ed al completamento dell’opera, costituita dalla stazione di 1,5 x 1,5 m a tetto scorrevole nella quale è stata installata la parte strumentale, costituita dalla montatura digitale EQ6 sulla quale è stato posto il telescopio Meade Schmidt-Cassegrain da 25cm f:10 che porta a sua volta un telescopio di guida costituito da un rifrattore Ziel GEM38 con obbiettivo da 80mm f:5. Sia al telescopio principale sia a quello di guida sono state collegate le camere digitali CCD. Infine, sono state installate due telecamere per la videosorveglianza: una all’esterno della stazione, per controllare la corretta apertura e chiusura del tetto scorrevole ed un’altra all’interno della stazione, puntata al telescopio, per controllarne visivamente il movimento ed il funzionamento delle attrezzature. Inoltre, è stata acquistata una stazione meteorologica digitale, sempre messa in rete, in modo da controllare attentamente le condizioni atmosferiche, soprattutto i dati più sensibili quali l’assenza di pioggia e la presenza di un vento non eccessivo.
Tutta questa struttura, dalla stazione al telescopio, sono accessibili via rete anche con l’uso di un PC o uno smartphone o di un tablet, in modo estremamente funzionale. E’ così possibile dare il comando di apertura del tetto scorrevole e di inizializzazione dell’elettronica della montatura digitale e delle camere CCD, avendo sott’occhio, in una apposita finestra sul proprio monitor, cosa succede alla stazione stessa ed al telescopio. Poi, grazie al programma di pubblico dominio Cartes du Ciel (http://bit.ly/2f25NDm) che ha un’interfaccia verso la montatura digitale, è possibile comandare il telescopio per puntare qualsiasi oggetto presente nell’enorme banca dati. Dopo che l’oggetto prescelto entra nel campo ottico del telescopio e diviene visibile sul monitor, è possibile centrarlo facendo uso di una replica digitale sul monitor della pulsantiera della montatura.
A questo punto, sempre via rete, è possibile inviare dati alla camera CCD al telescopio, come pure a quella posta al telescopio di guida, per regolare il tempo di esposizione e gli altri parametri: si ottiene così l’immagine voluta, che può essere scaricata sul computer che gestisce tutta questa apparecchiatura, posto nel locale della cupola Est del terrazzo. A fine sessione osservativa, si comanda il telescopio di tornare nella posizione di parcheggio per poi dare il comando ai motori del tetto scorrevole per richiuderlo, lasciando poi completare al programma di gestione tutte le operazioni per lo spegnimento della strumentazione.
All’inaugurazione del 15 settembre 2017, fatta davanti a tanti Soci che hanno affollato la nostra Sede Sociale, c’è stata l’emozionante fase di accensione della stazione e del telescopio seguita dall’osservazione, con il perfetto centraggio di Vega e poi dell’ammasso globulare nell’Ercole M13. Il tutto con scroscianti applausi e grida di evviva, per sottolineare la meraviglia e la soddisfazione che premiano i nostri Soci coinvolti in quest’altra sfida che offre nuove potenzialità alla nostra associazione. E’ da sottolineare che la progettazione, costruzione ed assemblaggio sono stati fatti esclusivamente da Soci, che hanno potuto dedicare, soprattutto per la parte svolta in Osservatorio, esclusivamente i fine-settimana: pertanto i circa 10 mesi dall’idea alla sua realizzazione divengono molti di meno in termini reali. La foto qui pubblicata è una replica di quanto mostrato sul video di un PC portatile: si vede la finestra con l’immagine della strumentazione, quella con la replica della pulsantiera e le finestre con i parametri di acquisizione dell’immagine, mentre sullo sfondo è proprio quanto acquisito dalla camera CCD posta al fuoco del telescopio: l’immagine in diretta dell’ammasso globulare M13.
Una storia a parte è stata l’idea di intitolare la Stazione con la strumentazione all’astronomo Attilio Colacevich, proposta da Antonio Marino e spiegata ai Soci presenti. Come potrete leggere da questa nota bibliografica riportata al link http://bit.ly/2x6Dxrj Colacevich è stato Direttore dell’OACN dal 1948 sino alla sua morte, avvenuta nel 1953. La scelta è caduta perchè Colacevich “Nel 1951 applicò al telescopio Fraunhofer il primo fotometro fotoelettrico italiano del tipo G. E. Kron realizzato nelle officine di Napoli. Lo strumento fu utilizzato durante l’eclisse solare del 25 febbraio 1952 in Sudan per ottenere per la prima volta lo spettro diurno del cielo.” Poiché questa strumentazione remotizzata è nata per eseguire principalmente osservazioni fotometriche, senza precludere però anche quelle fotografiche benché il cielo di Napoli per queste ultime è quello che è, la scelta non poteva essere la più felice.
Ora inizia l’uso attivo dello strumento e, sicuramente, saranno fatte altre messe a punto sia meccaniche sia digitali affinché il suo uso risulti sempre più semplice, consentendo ad una platea sempre più vasta di Soci di eseguire osservazioni al semplice tocco di un tasto o, in futuro, di un comando vocale!