Durante la fase di Luna piena, con l’assenza del terminatore, i dettagli superficiali sono appiattiti dall’altezza solare sull’orizzonte lunare. In questo caso oltre a distinguere solo le zone scure (maria) che contrastano con quelle più chiare (terrae), si possono ammirare le raggiere di crateri come Tycho, Copernicus, Kepler ecc. Le raggiere sono tipiche di crateri da impatto più giovani, quindi non cancellate da successivi mutamenti superficiali. Le raggiere si sono formate in seguito a impatti meteoritici con conseguente espulsione di detriti dal suolo lunare che si sono depositati nelle regioni circostanti l’impatto in tutte le direzioni formando una chiazza con lunghi filamenti (raggi). Avendo i detriti una riflettività (albedo) differente da quella del terreno su cui si deposita, la raggiera risulta ben visibile, estendendosi spesso per distanze pari a svariate centinaia di chilometri dal bordo del cratere centrale.
Le raggiere sono spesso accompagnate da piccoli crateri secondari, prodotti dall’impatto dei detriti esplulsi di maggiori dimensioni. Più raramente l’impatto può incidere una superficie di materiale molto scuro, come la lava basaltica dei mari lunari, producendo una raggiera negativa. Lo studio dello stato delle raggiere pouò dare indicazioni sull’età del cratere da impatto, in quanto queste formazioni vengono erose e poi cancellate da vari processi come ad esempio il bombardamento da parte di raggi cosmici e di micrometeoriti che producono una progressiva riduzione della differenza di albedo tra i detriti e il terreno sottostante. In particolare i micrometeoriti producono una vetrificazione della regolite che ne diminuisce la riflettività.