(27 maggio 1676, Norimberga – 29 ottobre 1707, Norimberga)
Il padre di Maria Clara, Georg Christoph Eimmart, pittore di successo, incisore e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Norimberga ma anche astronomo dilettante, spendeva tutti i suoi guadagni nell’acquisto di strumenti di osservazione, tanto che nel 1678 fondò e divenne il primo direttore di un osservatorio astronomico privato a Norimberga, donato in seguito alla città.
Maria Clara dimostrò, sin da piccola, il suo grande talento sia come astronoma che come disegnatrice. Il padre le fece studiare matematica, francese, latino, importante per seguire le novità scientifiche e per pubblicare. Nel loro osservatorio privato era una disegnatrice minuziosa di comete, macchie solari e montagne lunari, frutto di accurate osservazioni.
Ella divenne illustratrice di tavole astronomiche molto precise e di grande valore per la comunità scientifica, in un periodo storico in cui ancora non era disponibile la fotografia e le illustrazioni erano l’unico modo che si aveva per rappresentare il cosmo.
Nel 1706 M.C. sposò Johann Heinrich Muller, allievo del padre e, alla morte di quest’ultimo, in base a una tradizione tedesca, il marito ereditò la carica di Direttore dell’Osservatorio proprio perché ne aveva sposato la figlia. All’epoca le attività passavano in eredità in linea femminile, però il lavoro e il ruolo ufficiale si trasferivano dal padre al marito. Questo stratagemma impediva alle donne di avere una professione ufficiale, ma si garantiva loro un sostegno economico e la successione delle attività.
Grazie al lavoro di Galileo Galilei il cannocchiale si era ormai diffuso in Europa e i trattati di astronomia dell’epoca cominciavano ad essere corredati di illustrazioni che mostravano quello che era possibile osservare con gli strumenti ottici a disposizione: la superficie della Luna, i pianeti allora conosciuti, le comete.
Fra il 1693 e 1698 eseguì disegni su carta blu di circa 350 fasi lunari osservate al telescopio. Questi disegni furono raccolti in una serie chiamata Micrographia stellarum phases lunae ultra 300 (“Più di 300 micrografie delle stelle e delle fasi lunari”). Tra queste tavole le più belle sono quelle che rappresentano le fasi lunari dipinte su cartoncino blu dove la Luna appare molto realistica e con le imperfezioni tipiche della sua superficie. Ci sono anche comete, macchie solari, eclissi e montagne lunari. Interessanti anche le raffigurazioni delle fasi di Mercurio, importanti perché dimostrano il moto dei pianeti attorno al Sole: infatti, supponendo il moto di Mercurio attorno al Sole, si poteva spiegare come mai la porzione illuminata della sua superficie potesse cambiare costantemente, nello stesso modo in cui cambiano le fasi lunari.
Le tavole furono donate al conte Luigi Ferdinando Marsili, scienziato e amico di Georg Christoph, che le portò in Emilia Romagna. Molte però sono andate perdute a causa di un incendio che devastò la libreria del collegio dove il manoscritto era custodito; quelle che sono giunte fino a noi sorprendono per la loro grande precisione. Dieci dei suoi disegni si possono oggi ammirare alla Specola di Bologna.
Purtroppo rimane molto poco del lavoro di Maria Clara Eimmart, anche per via della sua morte precoce, per parto, a soli 31 anni, ma quello che ancora possiamo osservare è una bella testimonianza del progresso in campo astronomico, che si stava portando avanti alla fine del Seicento, nonché un bell’esempio di unione tra arte e scienza.
Tutte le tavole sono state realizzate in pastello su cartone azzurro, 64×52 cm. Fine XVII sec. – Museo della Specola, Bologna.
FONTI
Gabriella Bernardi, “I contributi astronomici dell’altra metà del cielo”, 1° Virtual Meeting on Amateur Astronomy, presented by Osservatorio Astronomico Bellatrix, Ceccano (FR), Italy, 2004
V. Palumbo, “L’epopea delle lunatiche”, edizioni Hoepli