Mariam Al-Asturlabi

(Aleppo, vissuta nel X secolo) 

Nel X secolo d.C. una donna, oggi potremmo definirla ingegnere e divulgatrice scientifica, di nome Mariam Al-ljliyya, nota anche come Mariam al-Asturlabiyy, fu impegnata insieme al padre al-‘ljliyy alla corte di Sayf al-Dawlah, primo emiro di Aleppo, come costruttrice di strumenti chiamati astrolabi, tra il 944 e il 967 d.C.

Non conosciamo con esattezza dove e quando sia nata e né quando morì; è noto che la sua famiglia era originaria del Nejd, un altopiano nel centro dell’Arabia Saudita dove oggi sorge Riyad.

Il presunto nome “Mariam” non è supportato da fonti del suo tempo e la frase “al-Asturlabiyy”, nei nomi con cui lei e suo padre sono conosciuti, significa “l’atrolabista” indicando quindi la loro professione. A citarla è un celebre biografo musulmano di probabili origini persiane Ibn al-Nadim: secondo lo storico era figlia di un altro creatore di astrolabi noto come “al-ʻIjliyy al-Asturlabi”: lei e suo padre a loro volta erano apprendisti, tilmīthah, di Nastulus, fabbricante di astrolabi di Baghdad.     L’astrolabio fu inventato in Grecia, la tradizione lo assegna ad Ipparco di Nicea, ma in realtà non si sa se effettivamente lo abbia inventato lui. È certo che comparve in Grecia verso il II secolo a.C. e da lì la sua conoscenza passò ad Alessandria d‘Egitto, dove Teone, e in particolare la figlia Ipazia, ne approfondirono lo studio e lo perfezionarono. Dall’Egitto la conoscenza dell’astrolabio passò agli scienziati arabi verso il 750 d.C.

Astrolabio arabo del XII secolo

Si dice che i disegni di Mariam fossero complessi e innovativi e per questo i suoi strumenti fossero i migliori del suo tempo. Non ne conosciamo nessuno perché Mariam non firmava i suoi lavori; non sappiamo se si dedicò allo studio della matematica e geografia, certo però è che per costruire un astrolabio bisogna fare calcoli molto complessi. Gli astrolabi di Mariam non servivano solo a guidare i marinai nella navigazione, ma riuscivano a localizzare e calcolare la posizione dei corpi celesti, Sole e Luna, a fare gli oroscopi, individuare la direzione della Mecca per la preghiera, Qibla, fissare l’inizio e la fine del Ramadan e indire la festa del sacrificio, id al-adha.

Gli asteroidi della fascia principale (in bianco),
tra le orbite di Marte e Giove.

In suo onore è stato nominato l’asteroide 7060 Al-‘liliya della Fascia Principale, scoperto da Henry E. Holt dall’Osservatorio Palomar il 16 settembre 1990. Ha un’orbita caratterizzata da un semiasse maggiore di 2,46 UA, un’eccentricità di 0,03 e un’inclinazione di 1,9° rispetto all’eclittica. La citazione di denominazione è stata pubblicata il 14 novembre 2016.

La storia di Mariam ha ispirato un personaggio nel pluripremiato libro del 2015 “Binti”, romanzo breve di fantascienza della scrittrice nigeriana-americana Nnedi Okorafor.

Fonti:

Wikipedia l’enciclopedia libera

Valeria Palumbo “L’epopea delle lunatiche – storie di astronome ribelli” edizioni Hoepli

Salim Al-Hassani. “Il contributo delle donne alla civiltà islamica classica: scienza, medicina e politica”