Origini dell’Astronomia

Il termine Astronomia deriva dal greco e significa “legge delle stelle”.

E` una scienza antichissima che si occupa di leggi fisiche e chimiche che governano l’Universo, la sua storia si perde nell’alba dei tempi e possiamo affermare che è antica quanto l’uomo.

I primi uomini hanno appreso molti dati sull’Universo semplicemente osservando il cielo, servendosi unicamente della propria vista per calcolare la posizione degli astri. Per gli antichi il cielo rappresentava una grande volta, la sfera celeste, nella quale pensavano fossero inserite le stelle poste tutte alla stessa distanza dalla Terra ritenuta, a sua volta, al centro dell’Universo.

Nelle società più antiche la comprensione dei meccanismi celesti contribuì alla stesura di un calendario legato ai cicli stagionali e lunari che erano fondamentali per l’agricoltura. Sapere in anticipo il passaggio da una stagione all’altra era di fondamentale importanza per la stessa sopravvivenza.

Particolare delle circa 6000 figure dipinte nelle grotte di Lascaux in Francia

Le prime conoscenze astronomiche dell’uomo preistorico consistevano essenzialmente nella previsione dei moti degli oggetti celesti visibili, stelle e pianeti. Un esempio di questa astronomia primordiale sono gli orientamenti astronomici dei primi monumenti megalitici come dolmen, menhir, tumuli.

Pare che già nel paleolitico l’uomo considerasse il cielo come il luogo in cui prendevano forma le storie delle divinità.

Le origini dell’astronomia presso i popoli primitivi si confondono con quelle delle civiltà e delle religioni. Il susseguirsi dei fenomeni celesti ha suggerito, con la possibilità di prevederli, il concetto di legge naturale immutabile aprendo la via al passaggio da forme originarie di culto a credenze sempre più complesse, con una serie di divinità esterne al mondo terrestre e capaci di agire su di esso. La molteplicità dell’apparente indipendenza dei movimenti del cielo porta al diffondersi di mitologie ricche di dei e di semidei.

Nel Neolitico, per meglio memorizzare gli astri, vennero attribuiti agli asterismi immagini e nomi alludenti ad aspetti ed elementi della vita agricola e pastorale.

Le costellazioni zodiacali che si trovano lungo l’eclittica furono le prime ad essere codificate nel cielo: data la preminenza di una economia di tipo agro-pastorale era necessario conoscere bene i vari periodi dell’anno in cui seminare, raccogliere, cacciare.

Kudurru di Gula-ereš, un cippo di confine babilonese conservato nel British Museum, Londra.

Già nel 2700 a. C. i Babilonesi mostrarono di avere eccezionali competenze astronomiche e, pur non avendo a disposizione strumenti di precisione, intuirono il moto apparente dei pianeti basandosi sulla posizione di alcune stelle di riferimento nel cielo. Conoscere e comprendere i fenomeni astronomici era utile non solo per fini pratici, come ad esempio la stesura di calendari, ma anche per indirizzare il destino degli uomini sulla terra. Erano gli stessi sovrani a chiedere agli “astronomi-astrologi”, in genere uomini colti appartenenti alla classe sacerdotale, di prevedere eventi come le eclissi di Sole o di Luna che potevano essere considerati fausti o nefandi.

I Babilonesi scoprirono anche i periodi sinodici dei pianeti Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno con un margine di errore di pochi giorni e riportarono le previsioni su tavolette; queste potevano essere consultate per conoscere, in qualsiasi momento, la posizione di un determinato pianeta e ricavarne congiunzioni e opposizioni a fini divinatori. Essi divisero la fascia dello zodiaco in 360 parti, una per ogni giorno dell’anno; furono i primi che divisero il giorno in 24 ore; fissarono un calendario di 12 mesi lunari di 29 o 30 giorni alternati in modo non regolare e divisero i mesi in settimane. Il primo giorno dell’anno coincideva col primo plenilunio di primavera.

L’investigazione della volta celeste ha costituito da sempre un forte legame tra cielo e terra, tra uomo e divinità.

Tavoletta babilonese del 164 a.C. riportante dati astronomici sulla cometa di Halley (Wikipedia)


La cometa di Halley: l’ultimo passaggio al perielio della cometa è stato nel 1986; il prossimo sarà nel 2061.     

Fonti

Cossard G., Cieli perduti. Archeoastronomia: le stelle dei popoli antichi., 2018.

Mattera M., Focardi P., Astronomia nel Paleolitico Superiore: contestualizzazione dei

reperti e ipotesi interpretative., 2020.

AVIONEWS – World Aeronautical Press Agency

Wikipedia – Astronomia Babilonese