“Ho l’onore di annunciarle la scoperta di un nuovo pianeta”!
Con queste parole 170 anni fa l’astronomo Annibale de Gasparis, meccanico celeste, Senatore del Regno d’Italia e direttore della Specola di Napoli, comunicava ai grandi astronomi dell’epoca che nella notte dell’11 maggio 1850 era riuscito a scoprire un nuovo asteroide dalla sua città adottiva, Napoli!
Per commemorare il luogo della scoperta così da legarlo eternamente al cielo stellato, chiamò il nuovo astro Parthenope, come la sirena che secondo la mitologia, non essendo riuscita a sedurre Ulisse, si lasciò morire sull’isolotto di Megaride da cui sarebbe nata Neapolis.
A caccia di “nuovi pianeti”
Annibale de Gasparis, di origine abruzzese, dal 1841 era astronomo alunno presso l’Osservatorio Astronomico di Napoli, e negli anni in cui un asteroide era ancora considerato un pianeta e le mappe del cielo erano ancora disegnate a mano stella per stella, si mise a caccia di nuovi pianeti nell’unico modo all’epoca possibile: quello di confrontare il cielo stellato con le mappe della volta celeste!
In questo modo, con il telescopio di Reichenbach da 8,3 cm di diametro, ancora oggi conservato presso il Museo degli Strumenti Astronomici – Inaf di Napoli, riuscì a scoprire Hygiea, Parthenope, Egeria, Eunomia, Psyche, Massalia, Themis, Ausonia e Beatrice: 9 asteroidi che, se consideriamo anche Irene scoperto a Londra solamente quattro giorni prima e rinvenuto indipendentemente anche a Napoli dal nostro de Gasparis, diventano dieci!
I riconoscimenti e la popolarità di de Gasparis
Queste numerose scoperte, alcune delle quali avvenute tutte tra il 1849 ed il 1853, oltre a portarlo a contatto coi più grandi astronomi dell’epoca e ad ottenere numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, lo fecero diventare popolarissimo anche tra la gente della capitale borbonica, come dimostrano le innumerevoli citazioni presenti nei quotidiani e nei giornali umoristici dell’epoca:
“questa volta son più contento di de Gasperis
allorquando per combinazione s’incontra
il suo cannocchiale con un nuovo pianeta.
La mia scoverta vale qualche cosa più di un pianeta
[…] Nelle regioni polari delle ultime file dei palchetti,
[…] ho scoverto una beltà che irradia tutto il teatro
a dispetto del lampadaro, che col pretesto d’illuminarlo
lo fa più oscuro. Ella e di sol vestita, o meglio
vestita di seta, è la signorina che io vi presento”.
Il Palazzo di cristallo, I, 1856, pag. 99.
“[Nel] giardino di palazzo di Berio a Toledo […]
vi troverete di tutto – gelati magnifici di d’Albero,
illuminazione a gaz perfetta, sigari che fumano
e non fanno bestemmiare, musica buffa con discreta compagnia
[…] e un corpo di ballo omeopatico se volete, ma carino,
e nel quale si lasciano ammirare due ragazze
che già sono state segnalate a tutt’i de Gasperis teatrali”.
Arlecchino, III, 1862, pag. 274.
Tanto popolare, insomma, da far esclamare a Giuseppe Bianchi, direttore della Specola di Modena, che per opera sua il cielo di Napoli sembrava essere diventato il giardino prediletto degli asteroidi!
La Maratona de Gasparis dell’UAN
L’Unione Astrofili Napoletani, che ha l’onore e la grande possibilità di condividere e crescere nella sua passione proprio negli stessi luoghi in cui questi fatti sono avvenuti, già nel 2012, in occasione del bicentenario della fondazione della Specola di Capodimonte, ha voluto commemorare quest’uomo dedicandosi all’osservazione e alla ripresa di tutti e 10 gli asteroidi napoletani proprio dalla città e dal luogo della scoperta con la piccola Maratona de Gasparis!
Una Parthenope nel cielo – L’evento
E quest’anno, nel 170mo anniversario della scoperta, con la quale Annibale de Gasparis “realizzò” una Parthenope nel cielo, continua con grande gioia a commemorare la storia della sua città, organizzando un evento dedicato alla scoperta dell’asteroide diventato il pezzo di Napoli che brilla eternamente tra le stelle del cielo.
Paolo Palma è socio UAN dal 2012. Negli ultimi anni in collaborazione con Mauro Gargano dell’INAF ha ricercato e studiato la corrispondenza di Annibale de Gasparis conservata negli archivi italiani, europei ed extraeuropei. Alla luce di questi studi, con immagini e dettagli inediti, nel 170° anniversario di tali scoperte, pubblica e commenta sul suo blog, rispettando la data di pubblicazione dell’epoca, tutti gli articoli dedicati agli asteoridi napoletani apparsi sul Giornale del Regno delle due Sicilie.