L’Equinozio d’Autunno 2025

A cura di Raffaele D’Arco.

Lunedì 22 settembre alle ore 20.19 (ora estiva) è l’Equinozio d’Autunno!

Ovviamente, non stiamo parlando di alcuni nobili quadrupedi che convolano a nozze all’inizio dell’autunno, ma del fatto che lunedì 22 settembre inizia ufficialmente l’autunno. Il Sole attraverserà uno dei due punti nella sfera celeste in cui l’eclittica e l’equatore celeste si intersecano.

Infatti, per un osservatore posto esattamente all’equatore, il Sole apparirà perfettamente sulla sua testa, allo zenit, e la durata del giorno sarà esattamente pari alla durata della notte: 12 ore esatte. Invece, un osservatore posto esattamente al polo nord lo vedrebbe tagliato esattamente in due dall’orizzonte per tutta la giornata.

Il Terminatore: come si muove durante l’anno

Sempre in quella giornata il Terminatore, la zona crepuscolare, cioè la linea immaginaria che divide la zona d’ombra della Terra da quella illuminata, collega esattamente i due poli terrestri e appare perfettamente verticale.
Man mano, fino a marzo, questa linea andrà inclinandosi sempre più in modo da regalare luce e calore solare all’emisfero meridionale (Australe) a scapito del nostro emisfero settentrionale (Boreale): per noi, infatti, inizia la “brutta stagione”, il susseguirsi di autunno e inverno, mentre per l’emisfero australe comincia quella “bella”.

In un video Youtube potete trovare un video che in pochi secondi vi mostra come varia questo terminatore nel corso dell’anno. Le immagini sono state registrate dal satellite Meteosat in orbita intorno alla Terra. Partendo dall’Equinozio d’autunno del settembre 2010 con la zona crepuscolare che appare verticale e, poi, man mano che la Terra orbita intorno al Sole, il terminatore si inclina, facendo sì che il nostro Emisfero Boreale rimanga meno esposto alla luce solare: è il nostro inverno! Poi si arriva all’Equinozio di primavera del marzo 2011 ed il Terminatore si inclina dal lato opposto e, questa volta, si determina l’inverno nell’Emisfero Australe e l’estate in quello Boreale. Poi si ritorna all’Equinozio d’autunno. Un ciclo, questo, che si ripete ogni anno determinando il susseguirsi ciclico delle stagioni terrestri.
Questo timelaps, come detto, è dovuto agli occhi del satellite Meteosat che hanno fotografato la Terra ogni giorno, dalla stessa posizione. È lungo solo una manciata di secondi, ma la registrazione è durata un anno intero, su di un percorso di 940 milioni di chilometri!

Le date degli Equinozi

Quindi dal latino “equinoctis” oppure “aequa nox” possiamo dire che Lunedì 22 settembre il giorno sarà uguale alla notte.
Bene, ma ora mi direte: “Ma gli equinozi non capitano il 21 di marzo o di settembre? A scuola non ci hanno insegnato che l’inizio della primavera capita a San Benedetto (una rondine sotto il tetto) cioè il 21 marzo?”
Non avete tutti i torti….Perché, allora, ne stiamo parlando oggi con un po’ di ritardo? Nessun errore, non Vi preoccupate…

L’equinozio è proprio Lunedì, 22 settembre! Tutta colpa del calendario Gregoriano attualmente in uso. Un calendario che è il migliore possibile (attualmente), ma è un sistema imperfetto perché non corrisponde esattamente all’anno siderale, cioè il periodo orbitale della Terra intorno al Sole, che è pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi. Questo è il tempo che impiega il Sole a ritornare nella stessa posizione rispetto alle stelle della sfera celeste. L’anno siderale, pertanto, è di 20 minuti e 24,6 secondi più lungo dell’anno tropico o solare a causa del moto di precessione dell’asse terrestre.

Il calendario Gregoriano considera, invece, l’anno tropico o solare di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. In pratica, abbiamo circa un quarto di giorno in meno rispetto a quello che impiega la Terra per effettuare la propria rivoluzione (il proprio giro) intorno al Sole. Pertanto ogni anno l’equinozio cade 6 ore più tardi fin quando non si arriva, ogni 4 anni, all’anno bisestile, che, aggiungendo un giorno in più a febbraio riesce a riportare indietro l’orologio della sincronizzazione tra anno siderale e calendario gregoriano.

Ma c’è un’ulteriore complicazione, la correzione di un intero giorno ogni quattro anni è eccessiva perché non sono proprio 6 ore complete ma solo 5 ore e 49 minuti… Quindi ogni quattro anni gli equinozi e i solstizi avvengono con circa 45 minuti di anticipo (gli 11 minuti che mancano alle 6 ore moltiplicato per 4 = 44 minuti). Per correggere questo effetto vi è la regola del calendario Gregoriano di sopprimere il giorno bisestile per gli anni secolari, ma non per quelli divisibili per 400.
Ciò comporta un ulteriore leggero slittamento in avanti o all’indietro delle stagioni. A questo si aggiungono delle irregolarità legate ai moti della Terra, nutazione, precessione degli equinozi etc. che apportano altre piccole variazioni. Per tutto questo le due date ordinarie più probabili, attualmente, sono quelle del 22 o del 23 settembre. Quella del 21 settembre, pertanto, accade molto raramente, con cadenza secolare o persino millenaria. Infatti, l’ultima volta che l’equinozio d’autunno è caduto il giorno 21 è stata nell’anno 1000 d.C. e la prossima sarà nel 2092.

Tradizioni e miti arcaici

L’equinozio d’autunno visto che è subordinato ai ritmi della natura, quando l’estate volge al termine con l’autunno che incalza, da tempo immemore è legato a tradizioni e miti arcaici. È un passaggio climatico e stagionale ricco di fascino che ha sempre esercitato una forte suggestione su tutti gli uomini. C’è un comune denominatore in questa festività: il ringraziamento alla Terra per i suoi doni alla fine della mietitura con l’attesa del freddo inverno.
Ad Atene si celebravano le grandi Tesmophorie, in onore di Demetra, Dea del grano. Ma anche i Celti lo ricordavano. Avevano chiamato l’equinozio autunnale col nome di Mabon, giovane Dio della vegetazione e dei raccolti, figlio di Modron, la Dea Madre. Fu rapito tre notti dopo la sua nascita e imprigionato per lunghi anni fino a quando fu liberato da Re Artù e compagni. Il suo rapimento per i Celti corrisponde al rapimento greco di Persefone: simbolo dei frutti della terra immagazzinati in luoghi sicuri e poi sacrificati per dare la vita agli uomini. I Druidi chiamavano questa ricorrenza Alban Elued, ossia “Luce dell’acqua”.

Giusto per curiosità ricordiamo che l’equinozio di settembre scandiva anche il primo giorno dell’anno nel Calendario Repubblicano francese, in vigore dal 1793 al 1805.
Allora, Arrivederci Estate! Ma salutiamola adeguatamente!

Lo sciame meteorico Rho-Pegasidi

Quale migliore saluto se non con una spettacolare e bellissima pioggia di stelle cadenti? Infatti nella notte tra il 19 e il 20 settembre, a poche ore dall’Equinozio d’autunno, saranno al picco le rho-Pegasidi, meteore non molto frequenti, ma che quest’anno saranno visibilissime per la quasi totale assenza della Luna. Infatti il 21 settembre è attesa la Luna Nuova, per cui, poche ore prima, il nostro satellite porterà un disturbo davvero minimo.
Il radiante, cioè il punto da cui sembra che le meteore partano, si trova proprio nella costellazione di Pegaso da cui prendono il nome e sarà visibile tutta la notte, alto sull’orizzonte. Dobbiamo guardare verso Est in prima serata per poi seguirle verso Ovest in nottata, sempre alte sull’orizzonte.