In questi ultimi mesi la gigante rossa Betelgeuse, della costellazione di Orione, ha subito un rapido quanto inaspettato calo di luminosità. Questa stella è candidata a concludere la sua evoluzione con una grande esplosione come supernova e, quindi, ogni variazione della sua luminosità è attentamente seguita perché potrebbe essere il segnale di una instabilità prossima all’esplosione. Per inciso, questa stella che dista da noi 642 anni luce, se esplodesse come supernova diventerebbe così luminosa da poter essere osservata per settimane anche in pieno giorno! Supernovae sono osservate in tutte le galassie ma nella nostra un evento così non è stato registrato da centinaia di anni, dunque statisticamente dovremmo essere vicini all’osservazione di questo particolare fenomeno astronomico che regalerebbe agli astronomi ed agli appassionati all’Astronomia settimane, se non mesi, di intense osservazioni a tutte le lunghezze d’onda, da terra ed anche con i telescopi in orbita. Il 6 gennaio scorso l’Associazione Americana degli Osservatori di Stelle Variabili ha diramato un’allerta osservativa con la quale richiede a tutti gli strumenti disponibili di eseguire osservazioni sulla luminosità e sullo spettro di Betelgeuse, per indagare sulle cause che hanno determinato il repentino calo di luminosità della stella. Già la sera successiva, astrofili dell’UAN armati del consueto entusiasmo e contro il freddo pungente, hanno puntato il telescopio dell’Unione da 280mm ospitato nel cupolino Est dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte per riprendere lo spettro della stella con l’impiego dello spettroscopio Alpy600 da poco acquistato dall’associazione. Sono state riprese 12 immagini con le relative riprese di controllo; poi, le immagini sono state elaborate con appropriati software ed il risultato è lo spettro riprodotto in questa nota. Nei prossimi giorni saranno eseguite altre osservazioni per seguire l’evoluzione di questo fenomeno. E’ importante sottolineare come con una strumentazione amatoriale sia oggi possibile, grazie all’impiego di sensori digitali, seguire fenomeni astronomici con accuratezza anche dalla città e così offrire un contributo scientifico nell’ambito di quella che, con un termine anglosassone, è definita “citizen science“.
Elio Ricciardiello, Responsabile Sezione Spettroscopia UAN ed Edgardo Filippone, Responsabile AstroUANews