Articolo di Paolo Palma
Guarda il cielo stellato e immagina come sarebbe riuscire a vedere accanto alle sfumature ranciate di Betelgeuse ed Antares quelle di tutte le altre stelle più deboli che lo abitano. Perché sì, le stelle della volta celeste sono TUTTE colorate, mostrano una sfumatura cromatica direttamente collegata alla temperatura della loro fotosfera.
L’aiuto di un telescopio non solo permette di osservare un maggior numero di stelle, ma raccogliendo più luce dell’occhio umano, riesce anche a mostrare le sfumature di un maggior numero di esse. Per facilitare ulteriormente l’individuazione del colore all’occhio umano gli astrofili sanno che basta spalmare la luce puntiforme della stella su una superficie maggiore.
Il poeta triestino Filippo Zamboni lo faceva osservando le stelle al binocolo e scuotendo quest’ultimo in tutte le direzioni: in questo modo infatti i tanti astri inquadrati parevano disegnare strisce, spirali e curve che, come stelle filanti, erano capaci di rivelare il fugace colore degli astri! Un originale modo che egli definiva danza delle stelle fatta col binocolo scosso!
“Appuntate l’occhiale in quella plaga del cielo apparentemente più povera di stelle […] Fatelo tremolare in tutti i versi. Ecco […] un’apparizione di mille stelle che tacevano […] manifestando i loro colori, o la loro bianchezza. […] Così comincia lassù […] una danza di stelle con fasce a colori.”
Filippo Zamboni, Il fonografo e le stelle e la visione del Paradiso di Dante, 1900.
Un piccolo trucco
Un metodo meno poetico consiste nello sfocare l’immagine all’oculare: anche in questo modo il colore puntiforme della stella, ora a forma di un piccolo dischetto, diventa immediatamente percettibile, ricordando un coriandolo dalle sfumature fortemente metalliche!
Proprio utilizzando questo trucco, avvicinando uno smartphone all’oculare di un telescopio da 46cm di diametro, ho fotografato una ad una oltre 1300 stelle visibili dalle latitudini italiane, cioè tutte quelle entro la magnitudine apparente +5. Infine, ho costruito collage delle varie costellazioni così da riuscire a vedere in una sola occhiata il colore di tutte le stelle che le disegnano.
L’osservazione delle stelle colorate nel passato
Nel XIX secolo Benedetto Sestini, nella speranza di notare qualche cambiamento cromatico negli astri, e William Sadler Franks, per scoprire il significato nascosto dietro la diversità delle loro tinte quando la spettroscopia lo spiegava ancora in modo imperfetto, hanno osservato e descritto per la prima volta al mondo il colore di varie migliaia di stelle del cielo.
Ora quello che loro hanno osservato e descritto in modo sistematico è sistematicamente visibile in queste immagini finali.
Esse in qualche modo denudano il cielo stellato, perché sanno rivelare in una sola occhiata il segreto del suo colore da sempre nascosto agli occhi dell’uomo e che i due astronomi sono riusciti a svelare. Dimostrano in una sola occhiata quanto il cielo stellato sia decisamente più colorato di quanto potevamo immaginare, tanto da assomigliare ad un carnevale celeste, ad una miniera di pietre preziose o ad un immenso giardino fiorito!
«avverrà di osservare talvolta quattro o sei stelle, poniamo, gialle, ad esempio, né ve ne ha forse una colorata appunto come l’altra, come avviene bene spesso ancor negli oggetti che qui sulla terra si osservano: essendo per es. altro il giallo dello zolfo, altro quello dell’ambra, altro quello dell’oro, […] ma specialmente una varietà di tal genere quasi infinita l’abbiamo nei fiori sparsi da Dio sui nostri campi».
Benedetto Sestini, Memoria sopra i colori delle stelle, pag. IX; 1845.
E i miti?
Guardandole ho cominciato a fantasticare e ad immaginare cosa avrebbero raccontato i miti se questi colori fossero stati visibili ad occhio nudo!
Deducendo che probabilmente non solo le trame, ma soprattutto i personaggi sarebbero stati differenti, perché le costellazioni stesse avrebbero avuto differenti forme ed altri confini, perché sarebbero state sicuramente delineate seguendo anche la distribuzione di questi colori nel cielo!
I colori rivelatori
Mettendo insieme le varie immagini infatti, viene fuori che il cielo stellato è costellato da ampie zone con astri di differente colore ed ampie zone con stelle dalle sfumature simili: strutture e concentrazioni di colori che rivelano verità fisiche circa la loro età, la loro distanza reciproca, la loro posizione nella nostra Galassia e chissà cos’altro!
“Queste osservazioni […] possiamo considerarle come una parte di quell’elemento poetico dell’Astronomia senza un po’ del quale […] dovremmo provare poco piacere nel perseguire una qualsiasi scienza. La mera utilità, quando è priva di bellezza, è di per sé una specie di bruttezza formale”
W. S. Franks, Colours of stars, in The Journal of the Liverpool Astronomical Society, January 1887.
Ecco la pagina delle COSTELLAZIONI a COLORI, completata proprio nell’anno in cui si celebra il 170esimo anniversario della nascita di William Sadler Franks.
Buona visione e cieli colorati!